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giovedì 3 giugno 2010

Sciauro di vircoca - Paesaggi da Mangiare 01

Prunus armeniaca (vircoca)

Le piante non solo si muovono, ma viaggiano pure. Facendosi trasportare, certo: vento, acqua e poi animali con gambe ali o mezzi meccanici. L'albicocco proviene dalla Cina settentrionale, là coltivato da almeno cinquemila anni; durante il viaggio verso occidente sosta nelle regioni del Caucaso - in Armenia, pare. Giunge poi in Grecia, forse accompagnato da Alessandro il Grande. A Roma Plinio il Vecchio ne parla (o comunque questo è ciò che da sempre si attribuisce al suo scritto) come mala praecocia, dai cui più tardi l'arabo al-barqūq. Con gli Arabi il frutto torna in Italia, attraverso la Sicilia, e in Europa: albicocca, albaricoquero, abricot, apricot, aprikose...*

La settimana scorsa da Catania mi portano un cesto di albicocche; goloso come un ragazzino ne prendo subito una e la apro con le dita in due valve per togliere il nocciolo e mangiarla - ma, senza averla ancora portata alla bocca, ne sento già il profumo, e in quel momento mi rendo conto che sarà la prima albicocca di quest'anno. E che è iniziata l'estate. Non l'estate astronomica e magari neppure quella meteorologica. Ma la mia stagione, sì.
  
La Sicilia o l'ombelico del tempo. Prima o poi mi trasferirò là. Oppure continuerò a immaginarla da qui, ancora abitata dagli dei e da gente bellissima.

Vado a mangiarmi un'altra albicocca.



* Ma la presunta origine armena lascia traccia nel nome scientifico Prunus armeniaca e nel vernacolo armelin, armognan eccetera eccetera.

** Ho imparato l'espressione sciauro di vircoca da Andrea Camilleri in La Caccia al Tesoro - ma là si parla d'altro. O forse no.

Vircocu

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