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MA POTRESTE TROVARE QUEL CHE NON STATE CERCANDO


venerdì 22 ottobre 2010

Quel che piace

"[...] spesso il piacere non dipende da cosa ci dicono i sensi quanto dall'idea che ci siamo fatti della fonte di quel piacere, cosa o persona che sia".  È un frammento dall'ultimo saggio di Paul Bloom, riportato da Armando Massarenti domenica scorsa sul Il Sole 24 Ore, e, se mentre lo scorro mi sembra di sentire il fischio del bollitore dell'acqua già messa a scaldare, tuttavia trovo l'argomento interessante per chi progetta giardini o altri luoghi chiamati a suscitare piacere in chi li abita, e so che finirò col procurarmi il libro e leggerlo per intero.

Conoscere le vicende di una pianta aumenta il piacere di possederla (la varietà di tulipano coltivata da trecento anni, la salvia un tempo usata dagli sciamani del Sud America...), ma, naturalmente, anche la propria personalissima storia condiziona la preferenza di una varietà a un'altra - che si desideri replicare semplicemente un piacere tanto quanto richiamare una situazione di benessere. Consapevolmente o no.

Ponete che uno, a pochi anni d'età, si stupisca davanti alla pianta di dalia che cresce nell'orto del nonno; fiori enormi, stellati, su fusti che lo superano di più del doppio in altezza; una pianta così folta e ampia da dovervi girare attorno per guardarla tutta; se la dalia iniziasse a parlare non sarebbe sorpreso, sa che può accadere, l'ha visto nel libro di favole preferito. 



Impara il nome della pianta sui cataloghi che arrivano ogni autunno, pieni di fotografie (F.lli Ingegnoli, sta scritto in copertina) e quando sente Canzone per Sarah di Angelo Branduardi si chiede come sarebbe un intero "campo di dalie" di tutti i colori che conosce.

Oggi, quando guarda le ultime dalie della stagione (non ancora un campo!) certo fa più che  percepire la fisicità della pianta: ritrova qualcosa di sé.

Dahlia "Vulkan" 01


Armando Massarenti, La cognizione del piacere, Il Sole 24 Ore, 17 ottobre 2010, anno 146, n. 285, pag. 43.
Paul Bloom, La scienza del piacere. L'irresistibile attrazione verso il cibo, l'arte, l'amore,  Milano, 2010.
Iolanda e il fiore magico, in E la storia la scelgo io, a cura di Mary Parsley, illustrazioni di Claude Kailer e Rosemary Lowndes, traduzione dall'originale I Can Choose My Bedtime Story di Maria Rosa Bianchini, Milano, 1973.
Angelo Branduardi, Canzone per Sarah, dall'album Alla Fiera dell'Est, 1976 (le immagini del video vengono da L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi; strano abbinamento - ma per qualcuno la connessione c'era!).
Il testo:
Bambino mio,
ti porta il mare,
ti culla l'onda,
ti veste il fuoco.
E calde le tue piume,
chicco di grano...
nuvola sottile,
piccole mani;
e là dove sarai
ti porto il mare,
se il mare è asciutto,
il mio dono è pioggia...
Ma dormi il tuo riposo,
e ti darò il vento,
se il vento è tempesta
lo caccerò lontano.
Ma dormi e non pensare,
avrai un amico cane,
e abbaierà alla luna
e i rospi nel fossato
e il tuo campo di dalie
e l'albero di pino
e l'ombra dei suoi rami...
Ma racconta a me i dolori
perché già sai. 



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