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mercoledì 21 luglio 2010

Giardino di Poeta - 06

La malattia dell'olmo

Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l'albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
- e a futura memoria i sempreverdi
immobili.

Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.

Guidami tu, stella variabile, fin che puoi...

- e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
                                           Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.

Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana - scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.

È fatto - mormora in risposta
nell'ultimo chiaro
qull'ombra - adesso dormi, riposa.

                                                            Mi hai
tolto l'aculeo, non
il suo fuoco - sospiro abbandonandomi a lei
in sogno con lei precipitando già.


Vittorio Sereni, da Stella variabile, 1979.

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