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mercoledì 14 luglio 2010

Come coltivo le gloriose

Gloriosa superba "Rotshildiana"

Le gloriose (Gloriosa superba), si diceva, sono piante originarie di zone tropicali, dove la stagione avversa è quella secca - freddo là non ne fa... salvo eccezioni. Per superare il periodo arido, le gloriose sono diventate geofite, ovvero hanno sviluppato un organo di riserva sotterraneo - in questo caso un tubero - dove immagazzinare acqua amidi ecc. cui attingere per sviluppare le fronde all'inizio della successiva stagione delle piogge (e sarebbero facilmente divorate da erbivori affamati se non sapessero difendersi con un veleno potente come la colchicina, presente in tutta la pianta ma più concentrata proprio nel tubero).

Conoscere le caratteristiche fisiche della regione in cui cresce spontanea la pianta che si desidera coltivare è sempre di grande aiuto: anche quando i manuali di giardinaggio non riportassero informazioni utili, potreste dedurle dalla natura del terreno (argilloso, sabbioso, umido, arido...) dall'andamento delle temperature e della piovosità caratteristiche di quell'ambiente - uno dei vantaggi della Rete è la facilità con cui questi dati possono essere rintracciati.

Il tubero - come il bulbo e il rizoma - pur se sotterraneo è comunque un fusto; possiede perciò almeno una gemma (un "occhio") da cui si svilupperanno radici e fusto epigeo - o almeno le foglie. Quelli delle gloriose sono digitiformi, mediamente di 2-3 centimetri di diametro e di 15 di lunghezza - ma possono divenire molto più grossi se le condizioni sono favorevoli. Durante il periodo vegetativo ciascuna pianta "consuma" il tubero dell'anno precedente e ne produce uno nuovo; più spesso due, che talvolta rimangono saldati alla base, in corrispondenza del vecchio fusto (da qui il rimando, presso alcune culture, all'unione tra uomo e donna). Sono ricoperti da una tunica bruna e liscia quasi totalmente, tranne nella parte distale, che appare bianca, dove si trova la gemma dormiente.

Le gloriose sono note per due peculiarità: sono tra le non molte monocotiledoni capaci di arrampicarsi e sanno farlo grazie ai viticci con cui terminano le foglie. Suppongo che i semi germinino più facilmente quando vengono a trovarsi al riparo dell'ombra di un'altra pianta, cosicché le gloriose adulte abbiano subito a disposizione un supporto cui appoggiarsi. Da sé comunque non riuscirebbero a reggersi - e pertanto si dovranno prevedere adeguati sostegni anche per quelle coltivate. Le mie piante hanno superato l'altezza di un metro e mezzo, ma in letteratura si trovano indicate dimensioni maggiori, fino a tre metri! Inoltre il fusto nella metà superiore tende a ramificare, perciò la pianta ha il volume più sviluppato verso l'alto, trovandosi così sbilanciata rispetto alla base (ramifica, ma le gemme dormienti all'ascella delle foglie restano tali: se tagliate i rami questi NON ricresceranno - la dannazione delle monocotiledoni).

Gloriosa superba "Rotshildiana"Gloriosa superba "Rotshildiana"











Suggerisco di acquistare i tuberi presso qualche rivenditore specializzato, dove inoltre è possibile scegliere tra più varietà: si risparmia e si può iniziare la coltivazione nel momento più adatto. Capitasse invece di avere tra le mani una pianta già in vegetazione, non ci si spaventi se dopo poche settimane inizia a ingiallire fino a seccare: uscendo da una serra a temperatura e umidità ben diverse da quelle di un normale ambiente, spesso dopo esser stata forzata per anticiparne la fioritura, è normale che collassi. Ma se nel frattempo la si sarà regolarmente irrigata e concimata, nel vaso rimarrà un piccolo preziosissimo tubero.

Questo va conservato, riparato con della torba (si può lasciare nel medesimo vaso in cui è arrivata la pianta), in un locale "fresco e asciutto" come amano dire i manuali - la cantina va benissimo, purché d'inverno la temperatura rimanga intorno ai dieci gradi: non di meno o marcisce, non di più o secca. La torba va lasciata asciutta: bagnandola si stimola la ripresa vegetativa.

Trascorso l'inverno e passato ogni pericolo di gelate - fine marzo - comincio la coltivazione vera e propria.
Come contenitori ho scelto dei vasi in cotto toscano alti e stretti, in modo che siano proporzionati alle dimensioni della pianta. Vasi bassi tendono a rovesciarsi quando la pianta è sviluppata - mentre vasi molto larghi sono difficili da gestire e inoltre le piante risultano ammassate; comunque un vaso di buon volume aiuta a mantenere la giusta umidità senza costringere a irrigare due volte al giorno in piena estate.

Come substrato ho adottato un terriccio per prati, già miscelato con sabbia, ben drenante: l'umidità in eccesso può far marcire radici e fusti sotterranei; credo invece che i terricci miscelati con lapillo e/o pomice non siano adatti, poiché i frammenti di roccia possono rovinare i tuberi.

Dispongo i tuberi alla distanza di 15-20 centimetri uno dall'altro, avendo cura che l'estremità bianca di ogni tubero sia alla profondità di circa 10 centimetri - orizzontali o inclinati poco importa.

Mantengo appena umido il terriccio - mai fradicio! - fino a quando spuntano le prime foglie; a quel punto distribuisco pochi grani di stallatico pellettato e regolo le irrigazioni in modo che la parte superiore del terriccio divenga "fresca" al tatto tra una bagnatura e l'altra. Dopo circa tre settimane somministro la prima concimazione chimica, in granuli a lenta cessione, che ripeto ogni 15 giorni fino alla fine della fioritura: poco e spesso è preferibile poiché tutto in una volta creerebbe degli squilibri nella crescita.

Taglio sempre i fiori appassiti, per evitare la produzione di semi, che indebolirebbe inutilmente la pianta (i tuberi nuovi bastano a moltiplicare gli esemplari). Comunque il frutto è una capsula tripartita contenente semi rivestiti da una polpa rosso acceso - per non smentirsi!

In questi anni si sono ammalate solo quando ho sbagliato terriccio e dunque irrigazione (marciumi sulle foglie) oppure hanno sofferto per concimazioni mal distribuite, divenendo clorotiche durante la fioritura (in questo caso si può in parte rimediare con concimi "rinverdenti" liquidi e/o solfato di ferro).

Aumento l'irrigazione man mano che le piante crescono e la riduco quando iniziano a ingiallire (ottobre).
Dopo di che, ricomincio - con un numero di tuberi almeno raddoppiato ogni anno...

Gloriosa superba "Rotshildiana"

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