NO, NON È UN BLOG DI GIARDINAGGIO
MA POTRESTE TROVARE QUEL CHE NON STATE CERCANDO


lunedì 16 agosto 2010

Seminare ricordi (prima parte) - Paesaggi da Mangiare 04

Doña Sol e Der Mann ohne Schatten decidono di visitare le Colonie d'oltre Atlantico; sbarcativi sulla costa orientale, ne attraversano i territori seguendo vie poco frequentate. Nella solitudine notturna degli altipiani del Nuovo Messico (densità di popolazione: 6,27/ km²), attraverso il rapporto con il paesaggio, hanno la benedizione (alla loro età!) di una nuova esperienza di sé, mentre la memoria di quei momenti, assieme a quelle dei silenzi, delle forme e degli odori del luogo, sembra prendere corpo in un'erba dai colori accesi, che i coloni chiamano "Orange Indian Paintbrush" o "Prairie Fire".

 
Castilleja integra

Castilleja integra è una delle circa duecento specie di piante erbacee, perenni o annuali, appartenenti a un genere da non molto trasferito dalla famiglia delle Scrofulariaceae a quella delle Orobanchaceae. Le Castilleja sono emiparassite: pur essendo in grado di svolgere la fotosintesi, sviluppano speciali radici (austori) che si fissano a quelle delle piante ospiti per trarne nutrimento - e acqua! vivendo per lo più in regioni dove questa è scarsa (non diversamente da, Bartsia alpina, una pianta erbacea dall'aspetto modesto, che si incontra - raramente - sulle Alpi intorno ai 2.000 metri s.l.m.).

E mentre le varie orobanche si specializzano ciascuna su un preciso ospite, le castilleja sembrano essere invece onnivore; Castilleja integra trova comunque il partner ideale in una graminacea molto diffusa nel Nuovo Mondo, dal Canada all'Argentina: Bouteloua gracilis o "Blue Grama Grass" (il termine Blue si riferisce al colore glauco delle foglie), appartenente a un genere di una quindicina di specie dedicato ai fratelli Claudio (1774-1842) e Esteban (1776-1813) Boutelou y Soldevilla, botanici spagnoli, da Mariano Lagasca (1776-1839), a sua volta per lungo periodo direttore dell'Orto Botanico di Madrid (cosa curiosa, credo che nessuno dei tre abbia mai varcato l'oceano e visto le Bouteloua nel loro ambiente).

Bouteloua gracilis è caratteristica delle praterie d'erbe basse, delle quali appartiene alla vegetazione climax, in grado di diffondersi anche in ambienti aridi e rocciosi, grazie alle radici che raggiungono i due metri di profondità - mentre la pianta è alta in media 20/30 centimetri! Le infiorescenze di questa specie sono caratteristiche: le brevi spighe si dispongono infatti orizzontalmente e da una a tre per ogni culmo, così che la pianta sembra sempre piegata dal vento. Pare che la conta del numero delle spighe fosse usata da alcune popolazioni indiane per prevedere le condizioni dell'inverno a venire: una spiga, miti - tre spighe, rigide (da noi si contavano le tuniche dell'aglio...). È pure un ottimo foraggio per i cattles, il bestiame lasciato pascolare allo stato semi-brado. È stata scelta come erba nazionale del Nuovo Messico (la cui pianta nazionale invece è Yucca con tutte le sue specie).

José Castellino Mutis (1732-1808) invece, che l'Atlantico attraversa, vivendo a lungo e poi morendo a Santa Fe, capitale del Virreinato del Nuevo Reino Granada (oggi Bogotà), dedica il genere Castilleja al proprio maestro Domingo Castillejo (1744-1793); questi occupava tra l'altro il posto di responsabile dell'orto di acclimatazione istituito nella Baia di Cadice per ricevere le piante dal Nuovo Mondo. Altri tempi.

Le Castilleja possiedono brevi fusti eretti, alla sommità dei quali spicca l'infiorescenza a spiga, di cui la parte più vistosa è data dalle brattee interposte ai fiori, solitamente dello stesso colore di questi, ma sempre in tono più intenso. In molte specie le brattee sono rosso-arancione, in altre rosa-lilla o gialle. Castilleja indivisa è una delle specie più conosciute, grazie alla spettacolare fioritura di massa lungo le strade del Texas, spesso in compagnia dei "Bluebonnets" (Lupinus texensis per lo più). Castilleja integra, simile, ha dimensioni minori e cresce in un'ampia gamma di luoghi aridi: pendii, altipiani, pianure, in praterie a quota medio-alta, steppe arbustive, anche al margine dei boschi, su terreni rocciosi o ghiaiosi. Nelle zone più alte lascia posto a C. austromontana, mentre in quelle desertiche a C. lanata.

Basta indagarne la fisionomia per comprendere l'ambiente a cui la pianta si è adattata; vale per tutte le specie, ma in Castilleja la cosa è molto evidente. Il portamento è basso e compatto e l'intera pianta è coperta di peluria, che riflette in parte la radiazione solare e trattiene l'umidità - facendo pure condensare quella dell'aria al mattino, che le foglie strette e dai margini ricurvi incanalano verso il fusto. Tutto predisposto per sopravvivere in territori dove la piovosità è scarsa e le temperature sono soggette a forti escursioni, sia tra il giorno e la notte, sia tra l'estate e l'inverno. Anche il parziale parassitismo fa parte della strategia di sopravvivenza; altre specie desertiche si sono dotate di un apparato radicale così esteso e robusto da impedire l'insediamento ravvicinato di piante concorrenti (e dunque la vegetazione si presenta a ciuffi, con tratti di terreno scoperto); Castilleja supplisce all'apparato radicale ridotto con la presenza di austori la cui efficacia è testimoniata dalla crescita stentata delle piante circostanti.

Osservare le Castilleja fa vedere paesaggi molto lontani - anche se non sono specie psicotrope...

Nessun commento:

Posta un commento