NO, NON È UN BLOG DI GIARDINAGGIO
MA POTRESTE TROVARE QUEL CHE NON STATE CERCANDO


martedì 21 dicembre 2010

Solstizio d'inverno

C’era l’intenzione di raccontare qualcosa dei luoghi d’origine e della storia di Camellia sasanqua, ora che il mal tempo e il freddo ne hanno portato via gli ultimi fiori, e di approfittare dell’occasione per parlare anche della correlazione tra suolo e clima e delle pretese che alcuni giardinanti hanno di coltivare qualunque pianta di cui si innamorino sotto qualsiasi cielo si trovino. 

Ma oggi è il solstizio d’inverno – e pure notte di plenilunio: chissà se dobbiamo aspettarci strani effetti sulle persone… – e il giorno merita di essere celebrato. I falò che si accendevano per sostenere il sole nella notte più lunga dell’anno (e ancora oggi nella notte dell’Epifania) purtroppo non vengono molto bene on-line e allora vi offrirò qualcosa di assai diverso che ritengo però altrettanto beneaugurante.

Scegliete un’arancia sana, di forma regolare e del diametro di sette-otto centimetri, dalla buccia sottile: la varietà Tarocco è molto adatta. Prendete circa cinquanta grammi di chiodi di garofano, evitando quelli minuti, difficili da maneggiare, e inseriteli ad uno ad uno nella buccia dell’arancia, lasciando poco spazio tra l’uno e l’altro. Impiegherete circa un’ora. Potrete aiutarvi con un ago da materassi o uno spiedino di bambù per forare appena la buccia prima di inserirvi il chiodo di garofano. Un ditale eviterà che i polpastrelli più sensibili siano doloranti al termine del lavoro. Fate attenzione affinché la buccia non si rompa o sarete costretti a gettar via tutto. Il succo evapora attraverso i chiodi di garofano nel tempo di un paio di settimane, durante le quali terrete l’arancia il luogo ventilato; essiccandosi l’arancia si riduce di diametro e gli spazi tra i chiodi di garofano scompaiono. Otterrete così una versione moderna del pomme d’ambre o pomander (oggetto di origine tardo medievale di cui vorrei parlarvi più diffusamente la prossima volta): caldo, profumato, solare, scaccia i cattivi pensieri dall’inverno e le tarme dagli armadi.


Così preparato il pomander si conserva per anni, mentre se non ricoprirete l’intera superficie dell’arancia con i chiodi di garofano la durata si accorcerà a pochi giorni. Un metodo più complesso prevede di far asciugare il pomander, rivoltandolo quotidianamente, in un sacchetto di tela leggera contenente polvere di spezie come cannella, noce moscata, pepe della Giamaica e iris – quest’ultimo serve anche come fissativo – che sarà catturata tra i chiodi di garofano. Ma forse è troppa grazia in una sola volta.

7 commenti:

  1. Oltre che di solstizio e plenilunio, è pure notte di eclissi. Devo preoccuparmi?

    RispondiElimina
  2. No, se dormi con un pomander sul comodino (nel peggiore dei casi ti svegli con il mal di testa...)

    RispondiElimina
  3. In questi giorni il pomander potrei usarlo come mazza ferrata per far dormire chi mi sta a fianco (e non dorme)? Dici che è indicato?

    RispondiElimina
  4. I dotti accademici del Collège de la Faculté de Médecine de Paris ti avrebbero fornito ponderati elenchi di erbe da bruciare, alcune nei giorni caldi, altre nei giorni freddi - oggi il mio consiglio sarebbe piuttosto di bruciarne una sola, di erba... se la legge lo permettesse.

    (ma se non dorme che fa?)

    RispondiElimina
  5. la notte di plenilunio-eclissi-solstizio è passata.. funziona lo stesso se lo faccio adesso? mi interessa soprattutto la funzione anti-cattivipensieri...

    RispondiElimina
  6. Funziona, funziona! E confesso di averne messo uno pure tra cappelli e berretti, nella speranza di fugare gli umori melanconici dalla crapa anche mentre passeggio...

    RispondiElimina